Eva Mameli Calvino (Sassari 1886 – Sanremo 1978) si è laureata in Scienze Naturali all’Università di Pavia nel 1907; assistente all’Istituto di Botanica di Pavia, è stata avviata alla ricerca botanica dal Prof. Gino Pollacci e nel 1915 ha conseguito la libera docenza in Botanica generale. Le sue prime ricerche si riferiscono a Lichenologia, Micologia e Fisiologia vegetale, più tardi anche a Genetica applicata alle piante ornamentali, Fitopatologia e Floricoltura. Nel 1920 si è sposata con Mario Calvino (Sanremo 1875 – 1951) e lo ha seguito a Cuba alla Stazione agricola sperimentale di Santiago de Las Vegas. Nel 1925 venne fondata a Sanremo la Stazione Sperimentale di Floricoltura che sarà diretta da Mario Calvino; nello stesso anno la Mameli Calvino vince la cattedra di Botanica all’Università di Cagliari, ove rimane fino al 1929, quando passa anche lei a Sanremo alla Stazione di Floricoltura. Il loro ambiente è quello di Sanremo e della riviera, formato di oliveti e di agrumeti, di ville, di giardini e di parchi (Italo Calvino scriverà che suo padre è “un vecchio ligure molto radicato nel suo paesaggio“). Essi abitano a Villa Meridiana, circondata da un giardino che è “un orto botanico in pieno centro di Sanremo“, come testimonia Libereso Guglielmi, il giardiniere di Mario Calvino che ha lavorato alla Stazione Sperimentale di Floricultura di Sanremo per quasi dieci anni. Nei libri “Album Calvino” di Baranelli e Ferrero (1995) e “Il giardino segreto dei Calvino” di Forneris e Marchi (2004) sono riportate molto fotografie della coppia Calvino – Mameli a Cuba e a Sanremo, fra cui quelle di Villa Meridiana che oggi non esiste più, come il giardino che la circondava; tutto è stato demolito per lasciare il posto ad una moderna urbanizzazione che ha distrutto quasi tutto il preesistente.

I Mameli erano completamente assorbiti dai loro interessi di lavoro; secondo Schiva (1997) Eva come Mario fu al di sopra dell’opinione comune ed al di fuori della mondanità sanremasca, completamente assorbita dalla sua professione. Se da una parte Mario Calvino era una persona molto dura per il suo carattere, dall’altra anche Eva Mameli era molto rigida e severa in tutto, per i problemi della vita come per quelli del lavoro. Il figlio Italo, nato a Cuba nel 1923, ha scritto che sua madre era una donna molto severa, austera, rigida nelle sue idee tanto sulle piccole che sulle grandi cose. A proposito dei suoi genitori, Italo ha scritto che essi erano scienziati, adoratori della natura, liberi pensatori; il padre, di famiglia mazziniana e massonica, era stato in gioventù anarchico kropotkiniano e poi socialista riformista; la madre, di famiglia laica, era cresciuta nella religione del dovere civile e della scienza, socialista interventista nel 1915 come Cesare Battisti a Trento, ma con una tenace fede pacifista.

A Sanremo i coniugi Calvino hanno la possibilità di dedicarsi a floricoltura (che era la loro professione), giardinaggio, introduzione ed acclimatazione di specie tropicali. Nel 1930 essi fondano, con altri appassionati e collaboratori, la Società italiana amici dei fiori, che ha questi scopi: promuovere ed incoraggiare la coltivazione dei fiori, il miglioramento dei giardini e lo sviluppo della floricoltura. Nel 1931 iniziano la stampa della rivista Il Giardino fiorito, che continua sotto la loro direzione fino al 1947; la rivista è diffusa in tutta Italia, e la rubrica “Giardini dei nostri lettori” accoglie fotografie e notizie di giardini privati di tutta Italia. Alcuni articoli pongono l’accento anche su problemi di carattere conservazionistico riguardanti il paesaggio, i giardini e gli alberi: per Mario Calvino “un parco o un giardino ben tenuto è un sollievo dello spirito“, per cui si dovrebbe conservare il paesaggio ed educare le nuove generazioni al culto della bellezza e del paesaggio, mentre in altra occasione afferma che i parchi e i giardini costituiscono la principale attrattiva della Costa azzurra (Calvino M., 1926 e 1934). Anche Eva Mameli Calvino si preoccupa del rispetto degli alberi, “benedico chi ha rispettato quegli alberi“, scrive a proposito di un parco di Sanremo, mentre in altra occasione propone che vengano piantati alberi per celebrare la pace (Mameli Calvino, 1943).

A Sanremo in quegli anni viveva la pittrice Beatrice Duval di Ginevra, che coltivava gli stessi interessi per i fiori, per i giardini e per gli uccelli che aveva Eva Mameli Calvino, di cui era amica; la Duval era una persona di casa a Villa Meridiana, come afferma Libereso Guglielmi, l’anima della propaganda per la protezione degli uccelli, come è stata definita da Eva Mameli Calvino nella lettera dell’1 settembre 1950 indirizzata a Benedetta Granello, Segretaria della Sezione di Trento del Movimento Italiano per la Protezione della Natura [lettera depositata alla Biblioteca Civica di Sanremo – Fondo Calvino].

Nel 1930, quindi un anno dopo il rientro a Sanremo dall’Orto botanico di Cagliari, Eva Mameli Calvino inizia la sua attività per la protezione degli uccelli con la pubblicazione di quattro articoli, tutti sulla rivista La Costa azzurra agricola floreale. La sua azione si inserisce nel più vasto programma per la protezione degli uccelli in atto in quegli anni in Italia. Infatti a Milano esisteva il Comitato per la protezione degli uccelli utili all’agricoltura e per la diffusione dei nidi artificiali, promosso da Pier Emilio Cattorini d’accordo con l’Associazione Zoofila Lombarda; presso il Museo Civico di Storia Naturale di Genova aveva sede la Commissione Regionale per la Liguria e per la Lunigiana e presso la Stazione Sperimentale per la Floricoltura di Sanremo la Commissione Provinciale per la Provincia di Imperia e la Delegazione di Sanremo. In Liguria, il Prof. Oscar de Beaux, conservatore e poi Direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Genova, era molto impegnato sul fronte della protezione della fauna (bisonte europeo, orso bruno delle alpi, cinghiale maremmano, ecc.) ed in particolare degli uccelli e della fauna del Monte di Portofino e la rivista La Costa azzurra agricola floreale aveva pubblicato alcuni suoi articoli su temi di carattere protezionistico. Nel 1931 Emilio Nardini aveva pubblicato sotto gli auspici della Rivista Zoofila di Torino un articolo dal titolo Contro l’uccellagione nel quale chiede l’abolizione del concetto di res nullius, applicato alla fauna, e mette in evidenza gli aspetti negativi della caccia con le reti (Nardini, 1931). Altri interventi sono stati quelli di Meschini (1931) con un articolo dal titolo molto significativo “La polenta con gli osei”, pubblicato su La Costa azzurra agricola floreale, ed inoltre di Sassi (1931) e Maroldi (1931) sempre sulla protezione degli uccelli. Di tutti questi articoli e di molti altri (sarebbe necessaria una minuziosa ricerca bibliografica), Eva Mameli Calvino faceva stampare migliaia di estratti a cura della Delegazione di Sanremo che venivano distribuiti in grande quantità a scuole, ispettorati e così via.

Questa era l’atmosfera ai tempi di Eva Mameli Calvino, quando è scesa in campo per la protezione degli uccelli mettendone in evidenza vari aspetti: il rapporto uccelli e giardini, l’utilità degli uccelli insettivori, la distruzione degli uccelli mediante la caccia, i rapaci, i nidi artificiali, i rifugi per gli uccelli. A proposito di uccelli e giardini, scrive: In un giardino senza uccelli si sente che qualcosa manca alla unita armonia dei colori e delle forme naturali: appena un cinguettio rompe il silenzio o un gorgheggìo si leva, guardiamo all’ospite come a un amico che viene a tenerci compagnia e desideriamo in cuor nostro che ci resti a lungo. Purtroppo i giardini senza uccelli sono molti in Italia. Con una caccia sistematica, continuata per secoli, incoscientemente, con tutti i mezzi e in tutte le stagioni, abbiamo distrutto un patrimonio prezioso … (Mameli Calvino, 1934). Le sue proposte riguardano la collocazione di nidi artificiali sugli alberi e nei giardini e l’istituzione di rifugi per gli uccelli: un rifugio è una proprietà alberata, grande o piccola, il cui proprietario si impegna a rispettare, a proteggere gli uccelli e a favorire la loro nidificazione (Mameli Calvino, 1931). Prende così inizio una vasta campagna promozionale mediante la stampa e la distribuzione di migliaia di estratti dei suoi articoli sugli uccelli e di un’azione nelle scuole a scopo educativo, per creare nell’opinione pubblica una “coscienza ornitofila”. Nel 1933 pubblica un libretto dal titolo Gli ausiliari dell’agricoltore, che dedica ai bimbi d’Italia, con 20 tavole a colori di Roland Green, edito dalla Delegazione di Sanremo del Comitato per la protezione degli uccelli utili all’agricoltura e per la diffusione dei nidi artificiali (Mameli Calvino, 1933); la presentazione è di Beatrice Duval, la quale afferma che i piccoli alati rappresentano un bene comune che dobbiamo conservare nell’interesse della nostra agricoltura, e del nostro patrimonio biologico ed estetico. Ed Eva Mameli Calvino aggiunge: Questo libro ha lo scopo di far conoscere ai bimbi e ai ragazzi d’Italia alcuni fra gli uccelli nostrani (stazionari e di passo) che meritano di essere protetti. Molti di essi lo sono già dalle nostre leggi, ma le trasgressioni, da parte di ragazzi e di adulti, sono purtroppo molto frequenti. Auguriamoci prossima una legge che imponga di rispettare a tutti gli uccelli di becco fine o gentile e una maggiore educazione del nostro popolo, che questa legge osservi per intimo convincimento, più che per imposizione. Sempre la Delegazione di Sanremo (cioè Eva Mameli Calvino) negli stessi anni aveva fatto pubblicare migliaia e migliaia di cartoline a scopo propagandistico per la protezione degli uccelli. Libereso Guglielmi, il “giardiniere di Calvino” a cui Italo Calvino ha dedicato un noto racconto (Calvino I., 1947; Guglielmi e Pizzetti, 1993) durante un colloquio presso la Biblioteca Civica di Sanremo mi ha detto che lui stesso veniva incaricato di distribuire queste cartoline in Liguria; presso la Sezione di Trento del Movimento Italiano per la Protezione della Natura negli anni fino al 1952 si trovavano ancora centinaia di tali cartoline (di tutte ne ho salvate una copia!) e di pubblicazioni sugli uccelli, che Eva Mameli Calvino spediva a Trento a scopo di propaganda nelle scuole.

Tenuto conto dei tempi e delle circostanze, l’attività per la protezione degli uccelli di Eva Mameli Calvino è stata ammirevole per la sua concretezza; essa è stata una pioniera nel campo della protezione della natura nel nostro paese, al pari degli altri protezionisti di quegli anni; come già detto, essa è stata la prima ed unica donna fra gli iniziatori e protagonisti della protezione della natura nel nostro paese.

Dopo la sua morte, avvenuta a Sanremo nel 1978, i figli Italo e Floriano Calvino hanno disposto che la biblioteca e gli archivi del padre e della madre venissero depositati nella Biblioteca Civica di Sanremo, che ora ne custodisce con attenzione la memoria (Marchi, 2004). Per un periodo di circa 20 anni con molto impegno, come era nel suo carattere e nel suo stile di vita, si è dedicata alla promozione di una cultura per i fiori e per i giardini (tema che costituiva anche la sua professione) e alla protezione degli uccelli.

Franco Pedrotti

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