Foehn

Il vento che spazza via le nuvole

Il Foehn crea una vasta gamma di malesseri nella maggior parte delle persone. Sembra provato che esso agisca sulla cos detta resistenza capillare …

________________________________________________________

.

Fin da Natale gli appassionati di sci affollano le località montane. Talvolta, specialmente al nord, si giunge a fine d’anno con poca neve. Tuttavia per gli sciatori provetti non ci sono problemi. Potranno andare in alto quanto basta per trovare piste agibili. Nel peggiore dei casi le piste saranno ricoperte di “neve artificiale”.

Per i bambini piccoli e i neofiti, invece, la vacanza si presenta più incerta. Le scuole per principianti si tengono, in generale, su pendii poco accentuati e di estensione molto limitata, nelle vicinanze dei paesi a valle.

Succede talvolta di giungere sul posto e apprendere dall’albergatore che «fino a qualche giorno fa c’erano 40 centimetri di neve ma poi è arrivata una sciroccata che ha spazzato via tutto». Nella stragrande maggioranza dei casi il termine “sciroccata” è del tutto improprio.

Lo scirocco proviene dall’Africa, dove nasce come Simun, il vento impetuoso che genera le terribili tempeste di sabbia. Si può affermare che lo scirocco ne è un “prolungamento” attenuato. Nell’attraversare il Mediterraneo l’intensità del vento diminuisce e l’aria proveniente dal Continente Nero si arricchisce di vapor acqueo. Sul nostro Paese spira per qualche giorno un vento caldo e umido. Il termine più comune per chi vive queste condizioni ambientali è “afa”. Nelle località montane il vento che d’inverno spazza via la neve è caldo ma secco. Ciò è dovuto a un fenomeno di origine locale. Va sotto il nome di Foehn, un vocabolo di lingua tedesca proveniente dal latino “favonius”. Detto per inciso, è davvero strano che gli svizzeri di lingua italiana lo chiamino correttamente favonio, mentre noi italiani usiamo il termine Foehn.

In che cosa consiste? Aria fredda e umida, in moto su una vasta pianura, incontra una catena montuosa e s’innalza raffreddandosi ulteriormente. Raggiunta una certa quota si formano le nubi. Andando ancor più verso l’alto, abbondanti precipitazioni (acqua e/o neve) cadono al suolo. Tutto ciò avviene nel versante “in salita”.

Una volta raggiunto il “passo”, vale a dire la quota di scavalcamento della catena montuosa, l’aria si è notevolmente impoverita di vapor d’acqua. Nel ridiscendere a valle lungo il versante opposto si riscalda per compressione (la pressione dell’aria diminuisce dal suolo verso l’alto) e sulle località ai piedi delle montagne spira un vento caldo e secco, il Foehn per l’appunto.

Spesso è improprio affermare che questo vento “ha spazzato via tutta la neve”. Succede che la superficie del manto nevoso evapora nell’aria calda e secca del Foehn. I fiocchi di neve sono bianchissimi appena caduti. Particelle solide in sospensione nell’aria vengono incorporate dai cristalli di neve che crescono nell’interno della nube. Come conseguenza dell’evaporazione del manto, queste piccole particelle vengono alla luce. La superficie nevosa “si annerisce”.

Mentre la neve appena caduta riflette quasi integralmente la radiazione solare incidente, quella della superficie parzialmente scurita assorbe una grande porzione di luce proveniente dal Sole trasformandola in calore. Più ne assorbe e più neve si scioglie. Il fenomeno procede in crescendo, perché più neve evapora e più “nera” diventa la superficie del manto. In pochi giorni la neve caduta sparisce e il suolo sottostante viene messo a nudo.

Il Foehn crea una vasta gamma di malesseri nella maggior parte delle persone. Sembra provato che esso agisca sulla così detta resistenza capillare, vale a dire la capacità delle pareti dei piccolissimi canali che portano sangue alla periferia del nostro corpo di reggere alle pressioni intercapillari. Secondo gli esperti, la resistenza capillare riflette le condizioni di equilibrio tra due gruppi di ormoni “in antagonismo” tra loro.

Gli effetti del Foehn sulla salute dell’uomo sono tali da aver creato per chi li soffre in modo intenso la frase “perdere la tramontana”, usata comunemente per indicare il comportamento di qualcuno con le “rotelle” del cervello momentaneamente fuori posto.

Un’ultima leggenda da smentire: molti credono che il fenomeno del Foehn avvenga soltanto in Svizzera. Non è così. In Italia, anche sugli Appennini, è molto frequente.

Ottavio Vittori

Scarica il pdf