GAZZA MARINA  Alca torda  Linnaeus, 1758

DISTRIBUZIONE – La Gazza marina è una specie migratrice e dispersiva, che nidifica sulle coste e sulle isole dell’Europa nord-occidentale, Groenlandia e America nord-orientale. Sverna in mare aperto dall’Atlantico settentrionale alle Isole Canarie e al Mediterraneo occidentale.

In Italia è indicata soprattutto come svernante. Tuttavia, in ogni mese dell’anno è segnalata la presenza, soprattutto di individui di un anno di età, lungo i litorali del Mar Ligure, alto e medio Tirreno, mari circumsardi e, saltuariamente, Mar Ionio e basso Adriatico.

HABITAT – Frequenta abitualmente le scogliere marine, le spiagge ciottolose e il mare aperto.

COMPORTAMENTO – Di indole confidente e di temperamento tranquillo, è di norma gregaria e nidifica in colonie spesso insieme alle Urie. Ha un volo diritto a rapide battute d’ala, in genere rasente la superficie dell’acqua. Nuota col corpo relativamente immerso. Per procurarsi il cibo si tuffa sott’acqua: può rimanere immersa per quasi un minuto e raggiungere i 67 metri di profondità.

ALIMENTAZIONE – Si ciba di Pesci pelagici di piccola taglia, Crostacei ed altri Invertebrati marini di piccole dimensioni.

RIPRODUZIONE – La stagione riproduttiva è compresa tra la metà di aprile e giugno e nell’anno compie una sola covata. L’unico uovo viene deposto in nicchie e cavità della roccia o sotto i massi. Sia la femmina che il maschio si dedicano alla cova per circa 36 giorni. Il pulcino è nidicolo e rimane nel nido per poco meno di 3 settimane, poi scende in mare. Entrambi i genitori accudiscono il piccolo.

STATUS E CONSERVAZIONE – La specie in Europa ha uno stato di conservazione sfavorevole. Le cause principali di mortalità non naturale nel nostro Paese sono dovute all’imbrattamento da petrolio e alla cattura in reti o altri attrezzi da pesca.

LIVELLO DI PROTEZIONE – La Gazza marina è specie: protetta e il cui sfruttamento non dovrà comprometterne la sopravvivenza (Convenzione di Berna, all. III); protetta (Legge nazionale 11 febbraio 1992, n. 157).

Mario Spagnesi 

Scarica il pdf