Per Alessandro Ghigi i parchi dovevano difendere una natura ancora intatta. Il parco era simbolo del paesaggio integrale, di quel paesaggio che risulta dall’associazione del suolo con la sua copertura vegetale, le acque che lo solcano, la fauna che gli dà moto e vita. Il parco inteso quindi come riserva geologica, botanica e zoologica.
Con lungimiranza Egli però intuì che occorreva esaminare complessivamente i rapporti fra la natura e l’umanità. Occorreva perseguire una politica di sintesi e di coordinamento estesa oltre il territorio del parco per proteggere e conservare le risorse naturali e consentire uno sfruttamento compatibile con una prospettiva ecologica più vasta e coordinata per il mantenimento della comunità vivente in equilibrio con il suo habitat.
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