PICCHIO DALMATINO  Dendrocopos leucotos  (Bechstein, 1802)

DISTRIBUZIONE – Il Picchio dalmatino è una specie sedentaria diffusa con diverse sottospecie in Europa e Asia centro-settentrionali, dalla Scandinavia e dai Balcani fino al Giappone. In Europa è presente, oltre che nelle regioni nord-orientali, sui principali sistemi montuosi meridionali.

Il Italia è insediato nelle fitte faggete di alcune località dell’Appennino centro-meridionale (Parco Nazionale d’Abruzzo, Maiella e Gargano).

HABITAT – Frequenta boschi di latifoglie e misti, con abbondanza di alberi morti o marcescenti.

COMPORTAMENTO – Ha abitudini solitarie tranne che nel periodo della nidificazione. Si arrampica con grande abilità sui tronchi, mentre sul terreno, ove si posa per ricercare il cibo, saltella. Possiede un volo caratterizzato da tratti compiuti con potenti battute d’ala alternati con tratti ondulati ad ali chiuse. Dispone di più cavità scavate nei tronchi degli alberi ove trascorrere la notte, dormendo aggrappato alla parete o accovacciato sul fondo.

ALIMENTAZIONE – Si ciba principalmente di Insetti corticicoli e xilofagi e loro larve.

RIPRODUZIONE – La deposizione delle uova ha luogo tra aprile e maggio, e nell’anno compie una sola covata. Il nido viene scavato preferibilmente nel tronco di una pianta secca o marcescente, ma pure di un albero più o meno sano. Le 3-5 uova deposte sono incubate sia dalla femmina che dal maschio per 14-16 giorni. I pulcini sono nidicoli e vengono alimentati da entrambi i genitori. All’età di circa 21-23 giorni i giovani abbandonano il nido.

STATUS E CONSERVAZIONE – La specie in Europa ha uno stato di conservazione favorevole, ma la popolazione italiana è considerata vulnerabile.

LIVELLO DI PROTEZIONE – Il Picchio dalmatino è specie: nei confronti della quale sono previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l’habitat (Direttiva Uccelli 2009/147/CE, all. I); rigorosamente protetta (Convenzione di Berna, all. II); particolarmente protetta (Legge nazionale 11 febbraio 1992, n. 157, art. 2).

Mario Spagnesi

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