PICCHIO TRIDATTILO  Picoides tridactylus  (Linnaeus, 1758)

DISTRIBUZIONE – Il Picchio tridattilo è una specie diffusa con diverse sottospecie nelle foreste di conifere boreali di Europa, Asia e Nord America. In Europa è pure presente in un areale separato nella zona alpina e nei Balcani fino in Grecia. Le popolazioni più settentrionali e quelle che nidificano nelle montagne più alte compiono movimenti migratori.

In Italia la sua presenza è limitata alle Alpi orientali dalla provincia di Bolzano alla Carnia, ad altitudini comprese tra i 1.000 e i 1.500 m s.l.m. Nel nostro Paese è sedentario e non effettua movimenti altitudinali neppure negli inverni più rigidi; di rado sono segnalati spostamenti nomadici da parte dei giovani.

HABITAT – L’ambiente di elezione è rappresentato dalle foreste di abeti. In Italia frequenta i boschi maturi di conifere con preferenza per le peccete montane sub-alpine interrotte da radure e con presenza di alberi marcescenti; è presente anche nei boschi misti.

COMPORTAMENTO – Ha abitudini diurne e crepuscolari ed è alquanto silenzioso e schivo. Come gli altri picchi ha un volo ondulato, dovuto all’alternanza di tratti compiuti con battiti d’ala ad altri con le ali chiuse. Per marcare il territorio batte col becco i tronchi degli alberi piuttosto lentamente per un paio di secondi e senza accelerazione.

ALIMENTAZIONE – Si ciba preferibilmente di larve di Coleotteri Cerambicidi e Scolitidi.

RIPRODUZIONE – Il nido viene scavato nei tronchi di alberi vivi o secchi ad altezza variabile. La deposizione delle uova ha luogo a partire dalla fine di aprile e nell’anno compie una sola covata. Le 4-5 uova deposte sono incubate sia dalla femmina che dal maschio per circa 11 giorni. I pulcini sono nidicoli e restano nel nido per 22-26 giorni, ma continuano a dipendere dai genitori per almeno un altro mese.

STATUS E CONSERVAZIONE – La specie in Europa ha uno stato di conservazione sfavorevole ed è ritenuta in declino.

LIVELLO DI PROTEZIONE – Il Picchio tridattilo è specie: nei confronti della quale sono previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l’habitat (Direttiva Uccelli 2009/147/CE, all. I); rigorosamente protetta (Convenzione di Berna, all. II); particolarmente protetta (Legge nazionale 11 febbraio 1992, n. 157, art. 2).

Mario Spagnesi

Scarica il pdf