Il Prof. Pietro Romualdo Pirotta (Pavia 1853 – Roma 1936) aveva contatti con quel gruppo di protezionisti che confluivano nel Comitato nazionale per la protezione dei monumenti naturali (di cui è stato anche Presidente) e nella Federazione italiana Pro Montibus (di cui fece parte del Consiglio). In un primo momento, negli anni 1913-1914, iI Pirotta, che soleva trascorrere il periodo estivo a Gioia Vecchia nell’alta Valle del Sangro, al confine con la Marsica, avendo sentito che la famiglia reale aveva rinunciato ai diritti di caccia all’orso e al camoscio nella riserva dell’alto Sangro, pensò all’idea di un parco nazionale per la tutela della fauna e del paesaggio. L’idea venne subito appoggiata dalla Lega nazionale per la protezione dei monumenti naturali e dalla Società Botanica Italiana, e vi aderirono diversi naturalisti e uomini di cultura.
Nonostante la grave situazione nella quale si trovava l’Italia a causa della prima guerra mondiale, nel 1917 il Prof. Pirotta pubblicò un opuscolo avente per titolo II Parco Nazionale dell’Abruzzo, edito a Roma dalla Federazione Italiana delle associazioni “Pro Montibus”.
Nella seduta del 23 giugno 1923 della Commissione amministratrice del parco, il Presidente Sipari colse l’occasione per ricordare i grandi meriti del Prof. Pirotta nei riguardi del Parco Nazionale d’Abruzzo, del quale fu l’ideatore ed il più autorevole propulsore e consegnò a Pirotta, quale segno tangibile della propria riconoscenza, una medaglia d’oro. Ecco la risposta del Pirotta: «lo sono vivamente commosso, e non credevo che quel poco che ho creduto di fare per il parco in tempo così lungo meritasse tutto questo plauso. Gradisco molto le parole che il Presidente ha voluto dirmi in questa occasione e per verità debbo dire che se per quello che io ho cercato di fare egli non fosse intervenuto, è certissimo che il parco non si sarebbe costituito. È al Presidente e all’energia di altri presenti e assenti che si deve questo risultato, che io ritengo ottimo e che darà buonissimi effetti per l’avvenire. Lo ripeto: ho fatto quello che ho creduto di fare senza nessun altro pensiero che quello di far vedere come anche in Italia fosse necessario fare come altrove: che l’Italia, che è maestra di tutti, e che invece arriva ultima nell’istituzione dei parchi, almeno vi si decidesse. Se oggi abbiamo la fortuna di avere una legge in proposito, lo dobbiamo all’opera attiva e tenace del Presidente. Egli si è impossessato dell’idea, che ha riconosciuto buona, e con la sua attività ha saputo tradurla in realtà. Io sono gratissimo ai colleghi che hanno voluto con questa attestazione, che mi onora, ritenere che a me si debba specialmente il merito di avere ottenuto il parco e, mentre esprimo la mia gratitudine a tutti quelli che hanno voluto concorrere a questo magnifico ricordo, che dire che non si sarebbe riuscito ad ottenere tutto senza l’opera di altri colleghi e specialmente del Presidente. Io ignoravo quanto era stato oggi da voi preparato, ed assicuro che questo è uno dei migliori giorni della mia vita

 

Scarica il pdf