FORAPAGLIE CASTAGNOLO  Acrocephalus melanopogon  (Temminck, 1823)

Distribuzione – Il Forapaglie castagnolo è diffuso con tre sottospecie in Europa meridionale, Africa nord-occidentale e Medio Oriente. Le diverse popolazioni geografiche sono sedentarie, parzialmente o completamente migratrici: gli individui che abitano le porzioni più settentrionali dell’areale riproduttivo migrano verso meridione per svernare all’interno o a Sud dei territori di nidificazione delle popolazioni meridionali, principalmente lungo le coste, le isole e gli estuari della regione mediterranea.

In Italia è migratore regolare, svernante e nidificante. L’areale riproduttivo è discontinuo ed interessa un limitato numero di zone umide di pianura nelle regioni nord-orientali e centrali della penisola tra cui, in particolare, la Toscana.

Habitat – Frequenta zone umide con canneti misti di Phragmites ed altre eliofite palustri (Scirpus, Typha, Cladium).

Comportamento – Di abitudini solitarie e territoriali, è di indole schivo ed ama trattenersi tra l’intricata vegetazione palustre, dove si muove con agilità arrampicandosi velocemente sugli steli e sulla sommità delle canne. Sul terreno saltella, tenendo sovente la coda rialzata.

Alimentazione – Si ciba principalmente di Insetti e piccole chiocciole.

Riproduzione – Il nido a forma di coppa profonda e cilindrica viene costruito con erbe acquatiche appeso agli steli delle piante palustri poco sopra il livello dell’acqua oppure tra gli ammassi di vecchi vegetali. Nell’anno compie una covata a partire da aprile. Le 4-5 uova deposte sono incubate per circa 2 settimane sia dalla femmina che dal maschio. I pulcini sono nidicoli e vengono allevati da entrambi i genitori. I giovani abbandonano il nido all’età di circa 12 giorni.

Status e conservazione – La specie in Europa è considerata in uno stato di conservazione favorevole, per quanto si registrino tendenze demografiche negative in alcuni paesi mediterranei (Spagna e Italia).

Livello di protezione – Il Forapaglie castagnolo è specie: nei confronti della quale sono previste misure speciali di conservazione per quanto riguarda l’habitat (Direttiva Uccelli 2009/147/CE, all. I); nei confronti della quale sono richiesti accordi internazionali per la sua conservazione e gestione (Convenzione di Bonn, all. II); rigorosamente protetta (Convenzione di Berna, all. II); protetta (Legge nazionale 11 febbraio 1992, n. 157).

Mario Spagnesi

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