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Chi dall’arso Tavoliere percorra in treno, per la linea litoranea, la terra di Puglia traverso un variar di vigne e d’olivi, lungo l’azzurro cupo spumoso arcigno Adriatico sbattuto dai venti, sino alla roccia ferrigna del promontorio di Leuca, invano cercherà con nordico occhio nostalgico la presenza del bosco che su da qualche rada e grama cresta di collina lo saluti con la sua promessa d’ombre e di silenzi. Egli non troverà in questo paese né ombre né silenzi.

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