Natura
Il tempo storico della Terra
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Il Monte Bianco è alto 5.000 metri. La Natura ha impiegato 5 milioni di anni per erigerlo.
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Nell’ottica scientifica tutte le specie viventi sulla Terra hanno una origine comune. Pertanto non si può identificare una particolare specie animale come quella dalla cui evoluzione si sarebbe formata la nostra.
L’uomo è parente di tutti gli esseri viventi ma non discende direttamente da alcuna delle innumerevoli specie che popolano la Terra. È una creatura unica e irripetibile poiché è la sola, fra i viventi, a possedere la consapevolezza della propria dualità di fenomeno e di pensiero.
C’è chi sostiene che alla base di certe diatribe ci sia una sorta di incapacità della mente dell’uomo comune di visualizzare propriamente gli eventi del passato. Nel ricostruire i trascorsi della Terra la scienza si serve di due concetti di tempo: il tempo astratto delle formule e delle relazioni teoriche con cui traduce le memorie in avvenimenti e il tempo concreto in cui dispone in successione gli avvenimenti stessi.
Chiariamo con un esempio. La grandezza fisica velocità è data da un tratto di spazio diviso il tempo impiegato a percorrerlo. Il tempo che compare nella relazione è astratto poiché la medesima formula della velocità viene usata in innumerevoli casi diversi. Il record di Moser è stabilito dal fatto che in un’ora un uomo ha percorso in bicicletta un numero di kilometri mai percorso prima. La misura del tragitto compiuto diviso il tempo impiegato si traduce, nel caso, nell’avvenimento sportivo di Moser.
Lo stesso dicasi per un satellite in orbita (il tempo impiegato a circumnavigare il pianeta) o per il tempo impiegato da Annibale a valicare le Alpi. In tutti questi casi diversi si è usato il tempo astratto ovvero si è applicata la medesima relazione della velocità.
Alla stessa stregua la scienza ricostruisce gli avvenimenti del passato. Le Alpi si sono formate in seguito a un sollevamento del terreno avvenuto alla velocità di 1 mm diviso 10 anni. Il Monte Bianco è alto 5.000 metri. La Natura ha impiegato 5 milioni di anni per erigerlo.
Passiamo all’altro concetto di tempo. Se la scienza riesce a datare la formazione del Monte Bianco ovverosia a definire quando esso si è formato nel passato, opera in modo del tutto simile alla cronaca (record di Moser) e alla storia (traversata delle Alpi da parte di Annibale). Detto in altri termini nel far ciò la scienza si serve del tempo storico il cui concetto riflette in una immagine comune a tutti gli uomini quello innato nella mente di ciascuno. Gli eventi vi procedono nella direzione che va dal passato al presente, lungo il cammino a senso unico di tutte le storie. Tuttavia gli avvenimenti del passato della terra si sono svolti in archi di tempo per noi inimmaginabili.
Gli psicologi dicono che il modo in cui “sentiamo” il tempo degli eventi che noi stessi viviamo è imperfetto. Dicono anche che la nostra mente non è in grado di dare dimensione a “tempi vuoti”. È incapace di percepire che dieci secoli è un intervallo di tempo più corto di cento secoli. Per poterne apprezzare la differenza ha bisogno di riempirli di “fatti” storici.
La varietà delle immagini degli eventi passati, uniti alla consapevolezza della loro durata e successione, è ciò che noi apprezziamo come intervallo di tempo storico. La lunghezza dell’uno rispetto all’altro è valutata dalla nostra mente in termini di rapporti di quantità e qualità di immagini. La consapevolezza della durata degli avvenimenti storici dipende dalla ricostruzione che noi stessi ne facciamo usando un’ottica immaginativa tutta personale che stabilisce i “tempi” e classifica i “fatti umani” anche in rapporto a noi stessi e alla nostra esperienza. In breve noi stimiamo il “tempo storico” come risultato del giudizio che noi stessi diamo del valore “estetico” di cose e di avvenimenti del passato.
Il big bang che spiega la formazione della materia cosmica partendo da un “punto” – che prima non esisteva – di un universo che ancora “non esiste” e che esplode riempendo lo spazio di particelle elementari è un fenomeno anti-intuitivo perché contrasta, se non altro, con il principio “classico” intuitivo della indipendenza dello spazio dal tempo. Purtuttavia sembra che venga accettato dalla mente di molti. Non è da escludere che a render nota questa teoria abbia contribuito la rapidità dell’evento che viene descritto come un fenomeno avvenuto in “pochi minuti”, un intervallo di tempo che, ammesso che lo si possa trasferire nel mondo fisico tradizionale, rientra nella nostra esperienza. Se d’altra parte si afferma che l’uomo primitivo, una volta appreso l’uso della pietra appuntita, ha impiegato un milione di anni solamente per “migliorare” la punta della pietra, si descrive un processo che è intuitivo ma purtuttavia inimmaginabile. La nostra breve vita, sia come singoli sia come specie “che ha scritto la sua storia”, è un intervallo di tempo al quale siamo portati a riferire la successione degli eventi del passato indipendentemente dalla loro natura.
Il fatto stesso di riconoscere che accanto al tempo obiettivo sussiste nella nostra mente un tempo in cui traduciamo gli avvenimenti del passato in immagini di vita vissuta può forse aiutarci a divenire consapevoli della nostra incapacità di visualizzare i trascorsi della Terra la cui data di nascita risale a 5,7 miliardi di anni fa.
Tipico è il caso dei processi evolutivi dei viventi. Le immagini dell’ascendente e del discendente che la scienza ci presenta sono così dissimili tra loro che la nostra mente si rifiuta di accettare che trasformazioni del genere abbiano avuto il tempo per verificarsi. Solamente la capacità acquisita di pensare in tempi di lunghezza inimmaginabili e la conoscenza delle innumerevoli fasi dell’evoluzione mettono lo scienziato in grado di farsene una ragione.
Il profano che non può cambiare calendario deve accettare a scatola chiusa siffatte trasformazioni anche se la sua mente non è in grado di concepirle. Una richiesta di fiducia che la scienza ci pone facendo appello a tante verità che, malgrado tutto, abbiamo finito per apprendere da essa.
La lunghezza del passato della Terra è paragonabile a quella di un grattacielo, lo spessore di una monetina deposta sulla cima rappresenta il tempo trascorso dalla comparsa dell’uomo sulla terra e un foglio di carta velina quello della nostra storia.
Ottavio Vittori