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Nella premessa Leucio Coccia sottolinea che «Chi si appresta a scorrere queste pagine non si aspetti di trovarvi del sensazionale… I racconti, come si rileverà, sono quasi tutti improntati ad episodi di vita vissuta a contatto con alcune specie di selvaggina fra quelle che vivono nell’ambito del Parco Nazionale d’Abruzzo, alle dipendenze del quale, e per un periodo di oltre 33 anni, ho prestato la mia opera con le mansioni di Capo del Corpo di vigilanza».
È vero, non vi è nulla di sensazionale nel suo racconto. È comunque un documento di indubbio interesse e concorre anch’esso alla storia di un prestigioso parco nazionale.

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