TOPORAGNO D’ACQUA Neomys fodiens (Pennant, 1771)
Distribuzione – Il Toporagno d’acqua è specie euro-asiatica diffusa in gran parte della Regione Paleartica. In Europa è assente in Islanda, Irlanda, buona parte della Spagna e di altre zone dell’area mediterranea.
In Italia è segnalato con sicurezza nelle regioni settentrionali e centrali della penisola; la sua effettiva distribuzione è ancora poco conosciuta.
Habitat – Frequenta le rive di laghi, torbiere, stagni e corsi d’acqua, anche di modesta entità, con abbondante vegetazione ripariale e presenza di tronchi d’albero. È segnalato dalla pianura fino in montagna ad altitudini superiori ai 2.000 m.
Comportamento – È prevalentemente attivo durante la notte. Fra tutti i toporagni è la specie più gregaria. Molto agile, nuota con disinvoltura, si tuffa e si immerge anche completamente per la ricerca delle prede. Possiede una discreta attitudine allo scavo e le sue gallerie sono provviste di diverse aperture sulla superficie del terreno. Più di frequente costruisce con erbe, cortecce, radici e muschio il proprio nido a forma di palla in cavità naturali o nelle tane di roditori o nelle gallerie di talpe. In inverno non cade in letargo.
Alimentazione – La dieta comprende Artropodi e loro larve, lombrichi, Molluschi, piccoli Vertebrati (Anfibi, Pesci, avannotti).
Riproduzione – L’epoca della riproduzione è compresa tra la primavera e l’estate, e in tale periodo una femmina porta a termine 2-3 gravidanze. Dopo l’accoppiamento la femmina predispone da sola il nido di erbe, foglie e muschio in una galleria sotterranea o in cavità varie. Al termine della gravidanza, che dura circa 3 settimane, vengono partoriti da 6 a 9 piccoli ciechi e nudi, che all’età di circa 6 settimane si rendono indipendenti. I giovani raggiungono la maturità sessuale per lo più nell’anno stesso della nascita.
La durata massima della vita accertata in cattività è di oltre 3 anni.
Status e conservazione – Non esistono dati oggettivi sullo stato delle popolazioni di questa specie. L’alterazione degli ambienti idonei, causata ad esempio dal drenaggio e dall’imbrigliamento dei corsi d’acqua, nonché dalla riduzione della portata dei corsi d’acqua stessi, la continua distruzione della vegetazione ripariale, l’acidificazione delle acque e l’inquinamento con pesticidi e fertilizzanti rappresentano fattori critici per la sopravvivenza delle popolazioni di questa specie.
Livello di protezione – Il Toporagno d’acqua è specie: protetta il cui sfruttamento non dovrà comprometterne la sopravvivenza (Convenzione di Berna, all. III); protetta (Legge nazionale 11 febbraio 1992, n. 157).
Mario Spagnesi