Ho incontrato il Senatore Umberto Zanotti Bianco una sola volta a Roma il 21 gennaio 1963, nel suo studio di Piazza di Spagna. Io accompagnavo Francesco Borzaga dal senatore per chiedere informazioni e consigli per la fondazione di una sezione di Italia Nostra a Trento, che venne costituita dopo poco tempo a cura di Borzaga. Zanotti Bianco, di fronte alla richiesta di Borzaga per i gruppi di Brenta e dell’Adamello in Trentino, aveva subito combinato, per il pomeriggio della stessa giornata, una riunione con Bonaldo Stringher, Vittorio Machella e Arturo Osio, per impostare una richiesta per l’istituzione del Parco Naturale dell’Adamello Brenta in provincia di Trento, che venne immediatamente inoltrata. Successivamente, in diverse occasioni Umberto Zanotti Bianco è intervenuto – su sollecitazione di Borzaga – per i gravi problemi ambientali che via via si sono presentati in Trentino; alcune lettere di quel periodo sono state raccolte in Pedrotti F. (2008), nel libro sul Parco Naturale Adamello Brenta.
Umberto Zanotti Bianco (Canea 1889 – Roma 1963) nacque sull’isola di Creta dove il padre Gustavo, diplomatico, e la madre, Enrichetta Tulin, di origine inglese e di ascendenza svedese, si erano trasferiti per lavoro. Quando era ancora bambino, la famiglia si trasferì in Piemonte, di dove era originario il padre, e frequentò il Collegio Carlo Alberto dei Padri Barnabiti a Moncalieri; in seguito si è laureato in Giurisprudenza all’Università di Torino. Anche a seguito dell’influenza di Antonio Fogazzaro, assieme ad altri giovani si recò in Calabria, dopo il terremoto del dicembre 1908. Con Giovanni Malvezzi si dedicò soprattutto all’Aspromonte, e si legò molto alla Calabria e al sud in generale. Nel 1910 ha fondato l’Associazione Nazionale per gli Interessi del Mezzogiorno d’Italia (A.N.I.M.I.). Da allora, Umberto Zanotti Bianco, con Giustino Fortunato e Gaetano Salvemini, è stato uno dei principali protagonisti del Novecento nell’azione per il riscatto e di rinnovamento del Mezzogiorno.
Nel 1920 ha promosso l’associazione Magna Grecia con l’archeologo trentino Paolo Orsi, per ricerche archeologiche nel meridione. Arrestato per antifascismo nel 1941, fu incarcerato per un periodo a Regina Coeli e quindi inviato al confino, dapprima a Paestum e quindi a S. Angelo di Sorrento. È riuscito a salvare I’A.N.I.M.I. dagli attacchi del regime con il sostegno della principessa Maria José. Malvisto dal regime, era però amico di Maria José. Dopo la liberazione, riprese i suoi studi e l’attività per il meridione, ragione per la quale è stato definito “l’apostolo laico del sud”. Nel 1952 il Presidente Luigi Einaudi lo ha nominato senatore a vita per i suoi altissimi meriti. Tutti quelli che hanno scritto su Umberto Zanotti Bianco lo hanno definito un patriota, filantropo, archeologo, educatore, politico e ambientalista.
Durante la sua vita si è sempre interessato di beni culturali e del patrimonio artistico culturale dell’Italia, per cui è stato del tutto naturale che nel 1955 contribuisse alla fondazione di Italia Nostra assieme a Pietro Paolo Trompeo, Giorgio Bassani, Desideria Pasolini dall’Onda, Elena Croce, Luigi Magnani e Hubert Howard. È stato Presidente di Italia Nostra dal 1955 al 1963, anno della sua scomparsa. Italia Nostra lo ha voluto ricordare con un volume del 1996, al quale parteciparono tutte le persone con le quali aveva lavorato nell’ambito dell’associazione. Secondo Pasolini dall’Onda (1996), Zanotti Bianco concepiva la tutela su vaste aree su ambienti omogenei come quello dell’Appia Antica. La cultura doveva appartenere a tutti e perciò bisognava create una nuova coscienza morale e civica ed una nuova sensibilità di conoscenza e di rispetto verso la cultura locale e nazionale. Elena Croce (1996) ricorda la nascita di Italia Nostra, che si è formata quasi da sé in una piccola cerchia di amici; sin dalle prime riunioni si era posto il problema della personalità politica e culturale cui chiedere il patronato dell’iniziativa, problema che si era risolto da sé, perché ricordiamo esattamente le parole (che erano di Desideria Pasolini dall’Onda) “non poteva essere che Zanotti”.
Sul primo numero del Bollettino di Italia Nostra, che è del 1957, Zanotti Bianco ha precisato così il suo pensiero riguardo i problemi della tutela: Se l’arte come la letteratura, è la spirituale irradiazione di un popolo attraverso i secoli, nessun imperativo sociale potrà mai giustificare l’ottenebramento di questa gloriosa tradizione; risanare non significa distruggere. Contro le molte manifestazioni di inciviltà, fermenta oggi un’ansia di rivolta, alimentata da quanto di meglio ha la nostra cultura. Artisti, storici, critici d’arte, urbanisti, si ricercano e si uniscono a difesa del nostro patrimonio artistico e delle nostre bellezze naturali, contro le insistenti e diuturne minacce … Espressione di questo generale mutamento dell’opinione pubblica vuol essere la Associazione Italia Nostra che va riunendo e collegando coloro che in ogni città d’Italia si battono per i nostri stessi ideali (Zanotti Bianco, 1957).
Qualche anno dopo l’istituzione di Italia Nostra, Zanotti Bianco inviò una lettera ad alcune personalità che si erano occupate in passato di protezione della natura, per chiedere consigli e stabilire più stretti contatti fra tutti quelli che nel nostro paese si occupavano di temi protezionistici; fra le persone invitate si trovano molti naturalisti come Gian Giacomo Gallarati Scotti, Paolo Videsott, Alessandro Ghigi, Emilio Citroni, che era il Direttore del Parco Nazionale dello Stelvio, e qualche altro (Pedrotti F., 1998). Con questa mossa Zanotti Bianco ha voluto collegarsi a quanto era già stato fatto in Italia, proponendo una collaborazione fra due mondi che apparentemente erano lontani, per lo meno per preparazione professionale, quello dei naturalisti e quello degli umanisti, di cui tutti auspicavano un avvicinamento.
L’Associazione Italia Nostra si è affermata nel giro di pochi anni in tutta Italia; l’attività svolta è stata enorme fin dall’inizio, rivolta a moltissimi problemi. Ricordo i congressi nazionali, le riunioni, le pubblicazioni dedicate a temi specifici, la collezione del Bollettino. Giorgio Bassani precisa il ruolo che ha avuto Italia Nostra in quegli anni. Egli dice che Umberto Zanotti Bianco, che è stato il primo presidente dell’associazione, era un vecchio liberale confinato dal fascismo a Battipaglia, ove si dedicava all’archeologia. Negli anni in cui Zanotti Bianco era alla guida di Italia Nostra, ci si trovava in una situazione in cui tutto il lavoro era da fare e occorreva innanzi tutto guardarsi intorno per decidere in quale direzione muoversi. Il nostro paese – egli scrive – attraversa la fase di transizione dalla civiltà agricola a quella industriale, prendeva allora avvio il primo “boom economico” e ciò era causa fra l’altro di gravi rischi per la sopravvivenza del patrimonio artistico e paesistico: costruzione di autostrade, di impianti industriali, di nuovi agglomerati urbani attorno ai vecchi centri storici (Bassani, 2005).
Prima di concludere, non si può dimenticare l’attività parlamentare di Zanotti Bianco, con la presentazione di progetti legge e interrogazioni per vari problemi: costituzione di una zona di rispetto intorno all’antica città di Paestum, sulla disciplina del collocamento di cartelli e di mezzi pubblicitari lungo le strade, risanamento estetico e ambientale di centri di importanza monumentale, storica o turistica, ente per le ville venete, protezione del centro archeologico di Paestum, progetto di un aeroporto ad un chilometro da Sant’Apollinare in Classe a Ravenna, costruzione di uno stadio nella zona della catacombe di San Callisto, lottizzazione a scopo edilizio della pineta Salviati a Viareggio, piano regolatore di Roma, piano regolatore di Siena, costruzione di una nuova isola al margine di Venezia (Tronchetto), salvaguardia del Parco Nazionale d’Abruzzo.
Franco Pedrotti