La formazione della Pianura Padana, la più estesa pianura italiana, risale al Quaternario ed ha una chiara origine alluvionale. Quando l’uomo iniziò la lenta e difficile colonizzazione di questa regione (circa 10.000 anni or sono), essa si presentava come un acquitrino fittamente ricoperto di foreste. Delle selve planiziali di querce, tigli e olmi ricche di fauna, che ancora in epoca storica caratterizzavano la Pianura Padana, rimane solo il ricordo. L’ambiente che vediamo oggi è il risultato di lunghe vicende di dissodamento iniziate dai Romani, riprese nel tardo Medioevo, accentuatesi nel XVIII secolo e conclusesi nella metà del XX secolo con le imponenti bonifiche ferraresi. Degli antichi boschi restano pochi e modesti esempi, e delle estese zone acquitrinose e paludose rimangono le zone umide prossime alla linea di costa. La millenaria azione dell’uomo ha quindi trasformato l’ambiente originario della Pianura Padana in un mosaico di campagne coltivate con piante erbacee ed arboree specializzate, dove esiste un’alta incidenza della vegetazione coltivata rispetto a quella spontanea. Ci si trova quindi di fronte ad un paesaggio del tutto artificiale, che alcuni non hanno esitato a definire come “umanizzato”.